martedì 9 giugno 2009
riprendo un abbozzo di riflessione: ok, l'Italia si è omologata nel segno della piccola borghesia (pezzente, ma pur sempre borghesia), come aveva detto Pasolini; ok, siamo un popolo particolarmente diseducato e povero di senso civico (per non dire privo di), a partire proprio dalla borghesia e dalla classe dirigente (sarei tentato di usare il termine dominante, ma è troppo gramsciano, per carità); ok, si è diffusa, abilmente indotta e amplificata, la cosiddetta "paura immateriale"... ma ma ... ma il fatto che non pochi disoccupati precari e svantaggiati in genere comunque votino per un padrone miliardario o, qui a Novara, tanto per fare un nome, niente di personale, per un Sozzani, o da te, nel paesello alle porte di Milano, l'ex capitale economica e morale d'Italia, per la signora futura "sindaca", da una parte dà ragione alle analisi e previsioni di Pasolini, Debord, Marcuse e Bauman; dall'altra implica la necessità di un serio riesame della sinistra in senso lato ... personalmente me lo auguro, al più presto e fatto in modo proficuo, senza scaricare tutte le colpe sulle TV dell'altro, o su i suoi soldi; in modo anche doloroso, perché queste contraddizioni (che poi si concretizzano clamorosamente nei flussi elettorali) devono essere risolte, per evitare una ulteriore deriva populistica e, lo temo proprio, autoritaria dell'Italia.
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